mercoledì 21 maggio 2008

Consiglio Comunale del 14 maggio 2008

Il Consiglio Comunale dello scorso 14 maggio è iniziato con la lettura, da parte mia, dell’interrogazione urgente indirizzata al Sindaco, al dirigente dell’Ufficio Tecnico, al Presidente del Consiglio Comunale e all’Assessore dei Lavori Pubblici, riguardante la morte evitabile del piccolo Giuseppe Di palma e avete già letto integralmente su questo blog. Alla lettura dell’interrogazione è seguita una mia breve dichiarazione:

Signor Sindaco, con questa interrogazione il Popolo della Libertà chiede in maniera forte e urgente delle risposte, perché ancora una volta questa comunità vede come la carenza di impianti sportivi e infrastrutture ricreative incide negativamente sulla sicurezza della nostra società; ancora una volta Gravina vede come dei privati chiedono delle semplici autorizzazioni per costruire dei campi – non degli edifici: dei campi! – e ancora una volta l’Amministrazione Comunale, che avrebbe il dovere morale di sostenere queste iniziative e aiutarle ad emergere, non dà alcuna risposta. Ciò che è avvenuto è un evento grave, e sicuramente vedrà anche l’Amministrazione Comunale esposta a possibili contenziosi: mi deve spiegare, signor Sindaco, perché la sua Giunta fa perdere un contributo di € 85.000 a fondo perduto per poi restare in silenzio e non dare alcuna risposta ai privati e alla cittadinanza. È una cosa inaudita, sulla quale chiediamo chiarimenti, sperando che almeno stasera ci siano delle risposte non tanto a noi singoli consiglieri del Popolo della Libertà quanto alla città di Gravina, che da tempo attende questi impianti. Grazie.

È seguita una risposta piuttosto vaga e confusa del sindaco Rino Vendola (“è giusto che risponda io, se no giochiamo”; “questo paese è fatto da alcuni personaggi che sono dei mercanti e si trovano a fare altri mestieri”; “sono io che faccio un’interrogazione al Consiglio Comunale e alla città e a quelle che dovrebbero essere le autorità morali, etiche, di questa città, che parlano spesso a vanvera”; “sulla mistificazione avete ucciso pure il Padreterno, quindi continuate! Sappiamo chi è che ha ucciso il Padreterno, sono stati i Filistei”; “sul piano della prevenzione, per quello che accade, i bambini devono stare distanti dai vecchi”), dalla quale si ricava soprattutto che il permesso non è stato concesso per via della presenza nel progetto di un ambiente per spogliatoi in cemento armato, “tutto qua”. Questa è stata la mia risposta:

La ringrazio. Dai documenti in mio possesso, signor Sindaco, dai documenti in mio possesso risulta che il progetto presentato nell’ottobre 2006, sul Foglio 118, Particella 1140, sia di proprietà della parrocchia Santissimo Crocifisso. Pertanto, se i miei documenti sono falsi, lei mi deve smentire con quelli in suo possesso, perché sui miei risulta redatta un’istanza della parrocchia. Se poi il progetto ha degli angoli il cemento, be’, è normale che ci sia del cemento per mantenere reti e strutture varie; ma nel progetto c’è soprattutto erba, il campetto è in erba e non in cemento.

I miei documenti, sempre che non siano falsi, fanno risultare che il terreno è proprietà della parrocchia e non di altri. Lei dice che i terreni sono proprietà del Comune, ma io ho in mano dei documenti del Comune che dicono che i terreni sono proprietà della parrocchia.

E soprattutto: le pare ragionevole tirar fuori tanti problemi per una parrocchia che vuol fare un campo da calcio, presentando documenti corretti? Può essere mai che un’Amministrazione non riesca a superare piccole barriere burocratiche per far sì che alla fine venga fuori un’opera pubblica per il bene e nell’interesse della cittadinanza, nell’interesse dei nostri figli?

Io rimango esterrefatto perché poi magari vengono fuori richieste di condono per un piano sopraelevato in più, e l’Amministrazione dà subito il permesso di costruzione in sanatoria. Scusate, ma io lì vorrei vedere un ufficio tecnico e un’Amministrazione caparbi e tenaci nel respingere questi abusi – non nel cassare un campo da calcio! Un campo da calcio sul quale c’era un finanziamento a fondo perduto del quale, per decorrenza dei termini fissati, la parrocchia non ha più potuto usufruire. Questo è il dato di fatto.

Io sono indignato, cari colleghi, io rimango allibito. Vorrei portare in Consiglio Comunale tutte le sanatorie che sono state fatte da quando lei, avvocato Vendola, è sindaco di Gravina: sanatorie su costruzioni abusive regolarmente e puntualmente sanate dall’ufficio tecnico, come se niente fosse! Per questo, signor Sindaco, parlo con la rabbia in corpo: perché non accetto più questo suo modo di fare: bisogna essere attenti a risolvere i problemi, sui quali non è che ci vogliano tanta arte e scienza. Basta un po’ di spirito pratico per capire che un campetto o una piscina sono delle soluzioni per alcuni problemi della città. Voi invece combattete contro campetti e piscine; voglio vedere se siete in grado di combattere contro i palazzi abusivi. Grazie.

È seguita una replica del dirigente dell’ufficio tecnico, al quale il sindaco Vendola ha coraggiosamente preferito cedere la parola. Nella risposta dell’ufficio tecnico, tuttavia, non emerge il punto fondamentale della questione, che ribadisco in prima persona subito dopo:

Il quesito politicamente (oltre che tecnicamente) più rilevante, però, è questo: dopo la nota del Comune risalente al 19 dicembre 2006, non c’è stata nessuna né alcuna nota di ritiro, né alcun documento ufficiale inoltrato dall’ufficio tecnico. Questo è quanto risulta, e su cui non ho ancora avuto risposta: presso l’ufficio tecnico comunale è depositato un progetto per il quale non c’è stata ancora nessuna risposta ufficiale.

La seconda parte del Consiglio Comunale è invece stata dedicata al progressivo sfaldamento della maggioranza di centrosinistra, di fatto superato dalle dimissioni del Sindaco arrivate ieri mattina.