L'avvocato Rino Vendola, segretario cittadino del Partito Democratico, è stato sfiduciato dalla carica di Sindaco di Gravina con quasi due anni d'anticipo rispetto alla scadenza della legislatura, prevista per il 2010. La nostra città è adesso in attesa del nome del Commissario.
L'interruzione anticipata della sciagurata amministrazione di centrosinistra era un passaggio obbligato. Il Consiglio Comunale era diventato di fatto impraticabile, visto che da dieci mesi a questa parte ci si arrovellava su formalità (a cominciare dal continuo rinvio delle convocazioni consiliari) senza mai entrare nel merito dei fatti, senza mai nemmeno tentare di risolvere i troppi problemi che attanagliano Gravina, e che in alcune tragiche circostanze l'hanno portata ai tristi onori delle cronache nazionali.
In particolare, negli ultimi dieci mesi di Consiglio Comunale ho visto ridiscutere continuamente gli stessi pochi temi, senza mai venirne a capo, perché da tempo ormai la maggioranza di centrosinistra non appoggiava l'operato dell'amministrazione Vendola, e viceversa l'ormai ex Sindaco non poteva contare su un numero stabile di consiglieri che garantissero il suo operato. Questo malessere tutto interno al centrosinistra più inaffidabile degli ultimi anni ha portato all'immobilistmo amministrativo, con grande nocumento per una città interessata da uno stato di crisi economica estremamente preoccupante, tale da richiedere necessariamente una guida amministrativa decisa e capace di conseguire obiettivi precisi e tangibili.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'approvazione del bilancio in assenza del numero legale. Si è trattato di una specie di inaccettabile golpe, che ha avuto il solo benefico effetto di accelerare i tempi della dissoluzione del centrosinistra gravinese e di consentire di poter programmare per tempo e con attenzione ai reali problemi il futuro di Gravina.
Va notato come, dei sedici consiglieri che hanno sottoscritto davanti a un notaio la loro sfiducia nei confronti dell'amministrazione Vendola, sei fossero stati eletti nel 2005 nelle liste di centrosinistra. Si tratta di un'evidente ammissione che le stesse forze di centrosinistra non sono in grado di governare la nostra città.
Gravina ha bisogno di un'alternativa autentica, che passi attraverso il coinvolgimento dell'intera comunità per il bene di tutti. Una garanzia che solo il centrodestra può fornire, una promessa che solo il centrodestra può mantenere.
L'interruzione anticipata della sciagurata amministrazione di centrosinistra era un passaggio obbligato. Il Consiglio Comunale era diventato di fatto impraticabile, visto che da dieci mesi a questa parte ci si arrovellava su formalità (a cominciare dal continuo rinvio delle convocazioni consiliari) senza mai entrare nel merito dei fatti, senza mai nemmeno tentare di risolvere i troppi problemi che attanagliano Gravina, e che in alcune tragiche circostanze l'hanno portata ai tristi onori delle cronache nazionali.
In particolare, negli ultimi dieci mesi di Consiglio Comunale ho visto ridiscutere continuamente gli stessi pochi temi, senza mai venirne a capo, perché da tempo ormai la maggioranza di centrosinistra non appoggiava l'operato dell'amministrazione Vendola, e viceversa l'ormai ex Sindaco non poteva contare su un numero stabile di consiglieri che garantissero il suo operato. Questo malessere tutto interno al centrosinistra più inaffidabile degli ultimi anni ha portato all'immobilistmo amministrativo, con grande nocumento per una città interessata da uno stato di crisi economica estremamente preoccupante, tale da richiedere necessariamente una guida amministrativa decisa e capace di conseguire obiettivi precisi e tangibili.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'approvazione del bilancio in assenza del numero legale. Si è trattato di una specie di inaccettabile golpe, che ha avuto il solo benefico effetto di accelerare i tempi della dissoluzione del centrosinistra gravinese e di consentire di poter programmare per tempo e con attenzione ai reali problemi il futuro di Gravina.
Va notato come, dei sedici consiglieri che hanno sottoscritto davanti a un notaio la loro sfiducia nei confronti dell'amministrazione Vendola, sei fossero stati eletti nel 2005 nelle liste di centrosinistra. Si tratta di un'evidente ammissione che le stesse forze di centrosinistra non sono in grado di governare la nostra città.
Gravina ha bisogno di un'alternativa autentica, che passi attraverso il coinvolgimento dell'intera comunità per il bene di tutti. Una garanzia che solo il centrodestra può fornire, una promessa che solo il centrodestra può mantenere.